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Le analisi sedimentologiche e palinografiche che saranno condotte in laboratorio, potranno
fornire ulteriori preziose informazioni sulla natura delle offerte, nonché forse sulle stagioni
nelle quali si svolsero i culti.

Oggetti in ferro di ridotte dimensioni come, ad esempio, lame di coltello, chiodi, falcetti, ma
anche oggetti in bronzo quali fibule e monete, sono stati recuperati nel livello di occupazione
risalente al periodo tardo del La Tène. Il numero complessivo delle monete recuperate,
rinvenute anche all’interno delle fosse, si annovera a circa una ventina di esemplari di cui la
maggioranza è costituita da potins sequani in bronzo e da quinari in argento dalla leggenda
KALETEDU. Merita un’attenzione il ritrovamento all’interno di una fossa di un’ascia in pietra
levigata (serpentinite), e forse mai utilizzata, risalente al periodo neolitico (5000-2500 a.C.), un
livello del resto identificato in altre zone del sito grazie al rinvenimento di alcuni focolari, di
diversi frammenti di ceramica e di alcuni artefatti in selce.

 

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